martedì 29 dicembre 2015

Si fanno "un mazzo così"...altre idee (3° parte)



Continua, come promesso,  con un altro  gruppo di interventi della Tavola Rotonda del 28 novembre. Buona lettura



7° intervento - Raffaele Specchio

Sono Raffaele Specchio, tecnico di atletica leggera, ed espongo un mio pensiero su cosa si dovrebbe fare in atletica per promuovere il nostro sport.

 In realtà questo è un argomento impegnativo che coinvolge l’attenzione su due problematiche, quella di dirigenza e quella tecnica, pur non conoscendone la pianificazione organizzativa dell’attività da parte della prima e non avendo elementi  sufficienti per darne una valutazione di merito.

Certo, da tempo vedo una federazione che si propone con parole coinvolgenti nei vari incontri, che espone un piano  di attività aperto a tutti i campi, dall’area tecnica a quella scientifica, e con interesse  maggiore per il coinvolgimento sul territorio, ma, fino ad ora, quello che è stato esposto si è visto poco, forse per vari motivi organizzativi. Probabilmente  per la federazione l’obiettivo principale è di essere a tutti i costi presente a manifestazioni importanti e istituzionali con atleti di vertice, così come per altre, ma ho riscontrato negli ultimi anni dei risultati minori rispetto a quanto si era prefissata nei vari campionati, ad eccezione di alcuni singoli casi. Inoltre, credo sia opportuno essere realistici e che si possa fare un’ attività seria, senza andare in altri luoghi per allenamenti che durano più mesi, anche con un dispendio economico, ma, al contrario, sarebbe utile investire queste risorse  in attività finalizzate al movimento di base. Penso, poi, che da noi vi siano anche dei posti dove si possano fare degli stage tecnici per alcune settimane, come ad esempio località della Sicilia e del Trentino.   

Quindi, il mio pensiero è quello di dare più spazio ad un movimento sul territorio con tecnici qualificati come lo siamo noi. Le realtà degli  altri paesi vicini possono dare un esempio perché sono dotate di più strutture federali nel loro territorio, ma la federazione dovrebbe organizzare dei decentramenti tra  Nord, Centro e  Sud e non solo focalizzarsi nella riuscita di una sola struttura, come è attualmente, per convocare un più ampio numero di atleti Allievi/Junior/Promesse /Senior.

Sicuramente si limiterebbe un disagio di tempo!

Poi, la federazione potrebbe designare un referente per la struttura con esperienza in quasi tutte le specialità che,  in collaborazione con un tecnico esterno, in aggiunta a quello della medesima Regione, dovrebbe avere contatti con i tecnici delle società degli atleti convocati, al fine di offrire una maggiore opportunità, una migliore collaborazione e uno scambio di conoscenze tecniche.

Son convinto che si possa fare e svolgere un’attività con incontri e raduni tecnici in più periodi ravvicinati durante la stagione sportiva, con un numero più ampio di ragazzi di interesse Nazionale,  dando magari a coloro che sono presenti  un piccolo contributo per motivare il loro interesse e la loro continuità a presenziare a codesti momenti di incontro.

Tutto questo perché noi tecnici e dirigenti di provincia, essendo  sul campo in tutto il territorio per gare e raduni, percepiamo e raccogliamo informazioni che sono conclusive e accomodati ma non sempre chiare riguardo il modo di volere costruire un percorso che possa coinvolgere chi si adopera sul territorio. Anzi, alcune volte queste idee  non sono condivise da noi che ci attiviamo e svolgiamo un’attività di base, indirizzata al corretto svolgimento della pratica sportiva.

Cordiali Saluti. 

Raffaele Specchio


8° Intervento(Bagoli Luciano)

Si parte con l’illustrazione fotografica dello stato pietoso in cui si trova il “campo Carraro” a Milano e da queste immagini inizia una riflessione:
  • Mancano le condizioni ambientali minime perché i giovani allenatori possano avvicinarsi e rimanere.
  • mancano le condizioni per una gestione dei campi che li mantengano in condizioni che ne consentano l’utilizzo corretto. Perché la federazione non interviene presso gli enti locali?
  • Le Società, da sole, non hanno alcuna possibilità di sostenere queste situazione e pensare di continuare l’attività.


9° InterventoGianpaolo Riva (Presidente Prov. Como Lecco)

  •        Nella nostra Provincia, anche se con interventi piccoli, si riescono a creare le minime condizioni per fare atletica.

  •        Meno male che si è deciso di “non abolire” i Comitati Provinciali, i più vicini alle realtà locali



10° Intervento – (Salvino Tortu)

·         L’esperienza di genitore/allenatore, difficoltà e speranze


11° Intervento –  (Burattin Presidente Atletica Senago)

Arrivato da genitore all’Atletica e “costretto  dagli eventi” a diventare  dirigente di una Società sportiva ha fatto le seguenti considerazioni

  • Fallimento dell’atletica italiana dimostrata dai risultati e dalle condizioni dei campi.
  • Per riuscire a gestire una realtà locale, è necessario diventare imprenditori sociali
  • Per fare attività, gestire i centri sportivi è un “passaggio” determinante
  • Forte impegno locale della Società, per trovare finanziamenti e provare a far conoscere l’Atletica a scuola, altrimenti….si chiude

(continua)

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