Continua, come promesso, con un altro gruppo di interventi della Tavola Rotonda del 28 novembre. Buona lettura
7° intervento -
Raffaele Specchio
Sono
Raffaele Specchio, tecnico di atletica leggera, ed espongo un mio pensiero su
cosa si dovrebbe fare in atletica per promuovere il nostro sport.
In realtà questo è un argomento impegnativo
che coinvolge l’attenzione su due problematiche, quella di dirigenza e quella
tecnica, pur non conoscendone la pianificazione organizzativa dell’attività da
parte della prima e non avendo elementi
sufficienti per darne una valutazione di merito.
Certo, da
tempo vedo una federazione che si propone con parole coinvolgenti nei vari
incontri, che espone un piano di
attività aperto a tutti i campi, dall’area tecnica a quella scientifica, e con
interesse maggiore per il coinvolgimento
sul territorio, ma, fino ad ora, quello che è stato esposto si è visto poco,
forse per vari motivi organizzativi. Probabilmente per la federazione l’obiettivo principale è
di essere a tutti i costi presente a manifestazioni importanti e istituzionali
con atleti di vertice, così come per altre, ma ho riscontrato negli ultimi anni
dei risultati minori rispetto a quanto si era prefissata nei vari campionati,
ad eccezione di alcuni singoli casi. Inoltre, credo sia opportuno essere
realistici e che si possa fare un’ attività seria, senza andare in altri luoghi
per allenamenti che durano più mesi, anche con un dispendio economico, ma, al
contrario, sarebbe utile investire queste risorse in attività finalizzate al movimento di base.
Penso, poi, che da noi vi siano anche dei posti dove si possano fare degli
stage tecnici per alcune settimane, come ad esempio località della Sicilia e
del Trentino.
Quindi, il
mio pensiero è quello di dare più spazio ad un movimento sul territorio con
tecnici qualificati come lo siamo noi. Le realtà degli altri paesi vicini possono dare un esempio
perché sono dotate di più strutture federali nel loro territorio, ma la
federazione dovrebbe organizzare dei decentramenti tra Nord, Centro e Sud e non solo focalizzarsi nella riuscita di
una sola struttura, come è attualmente, per convocare un più ampio numero di
atleti Allievi/Junior/Promesse /Senior.
Sicuramente
si limiterebbe un disagio di tempo!
Poi, la
federazione potrebbe designare un referente per la struttura con esperienza in
quasi tutte le specialità che, in
collaborazione con un tecnico esterno, in aggiunta a quello della medesima
Regione, dovrebbe avere contatti con i tecnici delle società degli atleti
convocati, al fine di offrire una maggiore opportunità, una migliore
collaborazione e uno scambio di conoscenze tecniche.
Son convinto
che si possa fare e svolgere un’attività con incontri e raduni tecnici in più
periodi ravvicinati durante la stagione sportiva, con un numero più ampio di
ragazzi di interesse Nazionale, dando
magari a coloro che sono presenti un
piccolo contributo per motivare il loro interesse e la loro continuità a presenziare
a codesti momenti di incontro.
Tutto questo
perché noi tecnici e dirigenti di provincia, essendo sul campo in tutto il territorio per gare e
raduni, percepiamo e raccogliamo informazioni che sono conclusive e accomodati
ma non sempre chiare riguardo il modo di volere costruire un percorso che possa
coinvolgere chi si adopera sul territorio. Anzi, alcune volte queste idee non sono condivise da noi che ci attiviamo e
svolgiamo un’attività di base, indirizzata al corretto svolgimento della
pratica sportiva.
Cordiali Saluti.
Raffaele Specchio
8° Intervento
– (Bagoli Luciano)
Si parte con l’illustrazione fotografica dello stato pietoso
in cui si trova il “campo Carraro” a Milano e da queste immagini inizia una
riflessione:
- Mancano le condizioni ambientali minime perché i giovani allenatori possano avvicinarsi e rimanere.
- mancano le condizioni per una gestione dei campi che li mantengano in condizioni che ne consentano l’utilizzo corretto. Perché la federazione non interviene presso gli enti locali?
- Le Società, da sole, non hanno alcuna possibilità di sostenere queste situazione e pensare di continuare l’attività.
9° Intervento
– Gianpaolo Riva (Presidente Prov. Como
Lecco)
- Nella nostra Provincia, anche se con interventi piccoli, si riescono a creare le minime condizioni per fare atletica.
- Meno male che si è deciso di “non abolire” i Comitati Provinciali, i più vicini alle realtà locali
10° Intervento
– (Salvino Tortu)
·
L’esperienza di genitore/allenatore, difficoltà
e speranze
11° Intervento
– (Burattin Presidente Atletica Senago)
Arrivato da genitore all’Atletica e “costretto dagli eventi” a diventare dirigente di una Società sportiva ha fatto le
seguenti considerazioni
- Fallimento dell’atletica italiana dimostrata dai risultati e dalle condizioni dei campi.
- Per riuscire a gestire una realtà locale, è necessario diventare imprenditori sociali
- Per fare attività, gestire i centri sportivi è un “passaggio” determinante
- Forte impegno locale della Società, per trovare finanziamenti e provare a far conoscere l’Atletica a scuola, altrimenti….si chiude
(continua)
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