Ogni volta che c'è un evento
agonistico internazionale e che la nostra atletica mostra i propri limiti, come
doveroso si sviluppano le valutazioni e le riflessioni di dirigenti e
allenatori, le opinioni dei cronisti e degli appassionati.
Nella vasta gamma delle possibilità
offerte dalle elaborazioni della mente umana per giustificare le magre non
mancano le teorie più fantasiose, non ultime quelle di tipo
"razziale" che, oltre ad essere retrograde e pericolose, tendono
ad assolvere gli insuccessi e la precaria salute del nostro sport.
Ne consegue che sempre più ci
rivolgiamo al "mercato internazionale" dello sport che offre un'ampia
gamma di nuovi cittadini italiani con radici in altri Paesi. Così anche la
nostra atletica è sempre più "colored".
Chi scrive sostiene che le frontiere
siano un'invenzione umana per perpetrare le varie forme di dominio sugli
uomini, e che quindi esse debbano essere abbattute. Per quel poco che fame
e guerre hanno fatto per abbattere le frontiere e far fuggire verso i nostri ingrati
lidi molti cittadini del mondo, già con la seconda generazione di
nuovi italiani scopriamo che non è una questione di "razza".
Infatti, quasi tutti coloro che noi
si diceva fossero nati per correre, quando sono nati e cresciuti da noi
preferiscono starsene seduti davanti alla TV, magari mangiando patatine e
dolciumi.
La ragione è quindi da cercarsi in
altri motivi, essenzialmente di carattere socioculturale.
Diversi organismi
nazionali e internazionali si occupano della questione per motivi diversi dai
nostri ma con le medesime esigenze: che i cittadini godano buona salute
e siano efficienti fisicamente.
Non occorre un lavoro da
topo di biblioteca per trovare i documenti che pongono in evidenza le reali
cause del sempre peggiore stato di efficienza fisica dei giovani e accertato
questo ci si deve porre il problema del
"che fare!".
Un primo lavoro sull'argomento, che ci fornisce
un'oggettiva panoramica della situazione dei giovanissimi, è scaricabile dalla
sezione “pagine Tecniche” presente su questo blog: "Analisi delle abilità motorie dei Bambini in età Scolare "
Lo studio, svolto con rigore scientifico su un vasto
campione di soggetti, espone la situazione attuale e la relazione cause-effetti
tra stile di vita e grado di efficienza dei bambini.
Ora c’è da disporre gli interventi atti a invertire la
tendenza, primo fra tutti il superamento di luoghi comuni che ci frenano e ci
fanno commettere errori nella proposta di educazione motoria e sportiva per la
fascia d’età che per la nostra federazione rientra nella categoria esordienti.
E’ da qui che
si deve partire e l’Atletica Leggera non può sottrarsi a questa sfida.
Speriamo di sollecitare la vostra curiosità e a breve vi annunceremo la giornata di
studio sulle problematiche relative alla proposta sportiva per gli esordienti.
Luciano
Bagoli
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